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La storia dell'AVIS e dell'AVIS di Torino

Avis

Distintivo ufficiale
dell'Associazione Volontari
Italiani del Sangue

Nel 1926 l'ematologo Vittorio Formentano lanciò sul Corriere della Sera un appello per costituire un gruppo di volontari per la donazione del sangue; l'anno seguente, 17 persone risposero all'appello dando vita alla prima Associazione Italiana di Volontari del Sangue: AVIS.

Nel 1950 AVIS viene riconosciuta dallo Stato e nel 1967 viene regolamentata la raccolta, la conservazione e la distribuzione del sangue umano sul territorio nazionale.

Avis Torino

I nomi dei fondatori dell'AVIS
Comunale di Torino trascritti
nell'Albo d'oro

La nascita dell'AVIS Torino è datata luglio del 1929 per opera del dottor Paolo Littardi Buniva. Nel '36, nel "numero unico" del bollettino nazionale si legge: "Torino possiede oggi una delle meglio organizzate e attrezzate Sezioni italiane dei Volontari del Sangue. [...] Donatori iscritti alla sezione di Torino città n° 1.735, Trasfusioni effettuate con donatori di Torino città n° 4.385, sangue donato per le trasfusioni (totale) gr 1.048.425"

Si apprende inoltre che "a Torino l'offerta del sangue da parte di tutti è i donatori è anonima e gratuita; il 95% delle trasfusioni effettuate ha avuto esito felice, cioè la guarigione del malato".

Schema di trasfusione da donatore
a ricevente con la siringa Jubè

E teniamo conto che ai tempi la trasfusione era ancora diretta da donatore a ricevente e che i controlli sul sangue del donatore si limitavano, oltre a stabilire il gruppo sanguigno, a poco più che l'esame della Wasserman per accertare l'assenza della "spirocheta" portatrice della sifilide.

Con il progredire delle scoperte sul sangue (sottogruppi e fattore RH), le sostanze per impedirne la coagulazione (citrato di sodio) e renderne possibile la conservazione, la trasfusione divenne via via più frequente e sicura. Nel 1953 nacque il Centro Tecnico scientifico per la trasfusione del Sangue, diretto dal dottor Lorenzo Cagliero, presso la Clinica Ostetrica e Ginecologica dell'Università di Torino. Nel 1957 ci fu una vera crisi all'interno dell'Associazione torinese: fu eletto alla presidenza il Professor Cesare Rotta, capo dei servizi sanitari Fiat, che, insofferente alle disposizioni dell'AVIS nazionale, decise di fondare l'Associazione Donatori del Sangue del Piemonte (ora inserita nella Fidas). L'AVIS di Torino fu chiusa e tutto il materiale asportato (mobili, telefoni, registri, schedari). I pochi rimasti fedeli dovettero ricominciare da capo per ricostituire l'AVIS e aumentare gli iscritti.

La prima autoemoteca acquistata
dalla comunale di Torino
nel marzo del 1969

Negli anni successivi si sentì il bisogno di aumentare la visibilità dell'Associazione per coinvolgere un numero sempre maggiore di donatori. Così nel '59 si costituì la sezione giovanile dell'AVIS e si celebrò una delle prime giornate del volontario, nel 1961 il Corriere AVIS si aprì ad articoli su argomenti di interesse generale forniti dalla Gazzetta del popolo. Nello stesso anno, Delia Scala e Domenico Modugno donarono il sangue nella roulotte dell'AVIS in piazza San Carlo... Intanto continuavano la consegna dei pacchi della befana ai figli dei volontari, la premiazione dei donatori più assidui, gli eventi organizzati dall'Associazione in città, gli aiuti inviati in occasioni di eventi drammatici (alluvione nel Delta padano, alluvione in Piemonte nel 1968), i concorsi di disegno nelle scuole, i concorsi di poesia...

Le trasfusioni del 1971 furono quasi 25.000 tra donazioni di volontari e occasionali. Nel 1972, per la prima volta, furono "immessi nella memoria di un calcolatore elettronico" i dati dei volontari della comunale di Torino, grazie a un accordo con la Honeywell Information System Italia. Nel 1978 per la prima volta, allo scopo di accrescere il numero degli avisini votanti per il rinnovo delle cariche, fu possibile votare per corrispondenza e spedire la scheda con il francobollo inviato dall'AVIS Torino. In tale occasione fu eletto Presidente Sandro Fisso, al quale è dedicata la sede AVIS di Torino.

Benny, il protagonista di un cartone
animato e delle campagne AVIS dal 1984

Dagli anni '80 si inaugurò il servizio settimanale di invio del sangue in Sardegna in soccorso dei malati di talassemia. Negli stessi anni, per far conoscere l'attività AVIS, fu creato Benny, il personaggio/goccia di sangue che per molto tempo ne divenne il simbolo. L'AVIS ha continuato a crescere e a garantire sangue a tutti coloro che ne hanno avuto necessità nel corso degli anni, operando per aumentare sempre di più il numero dei suoi donatori soprattutto fra i giovani.

La donazione in cifre

In Italia su 56 milioni di cittadini, dei quali almeno la metà potrebbe donare sangue (per età e per requisiti di salute), solo 1.300.000 è donatore di sangue. A Torino donano circa 50.000 persone, ma per raggiungere l'autosufficienza Torino avrebbe bisogno di 150 donazioni in più ogni giorno feriale dell'anno.

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